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ecomostro L'Italia è una nazione ricchissima di ambienti e paesaggi stupendi ed unici nel suo genere, che tutto il mondo ci invidia. Siamo parecchio attenti a salvaguardare questi luoghi, sia per un discorso prettamente turistico, sia per il punto di vista ecologico ed ambientale.
Purtroppo sappiamo altrettanto bene che l'abuso edilizio è una delle piaghe del nostro Bel Paese, e spesso le costruzioni non autorizzate si rivelano dei veri e propri ecomostri.

Brutti da vedere ma soprattutto pericolosissimi per l'ambiente, alcuni - ma non tutti - vengono in seguito abbattuti, restituendo alla località un paesaggio armonioso e rispettoso del territorio.

Significato: Ecco cosa sono gli Ecomostri!

La definizione fornita da Wikipedia del termine ecomostro lo indica come un "edificio o complesso di edifici considerati gravemente incompatibili con l'ambiente naturale circostante". La parola ecomostro è stata introdotta da Legambiente riferendosi all'Hotel Fuenti, a Vietri sul Mare in provincia di Salerno, il primo della storia che fu fortunatamente abbattutto. Ad oggi questo termine fa parte del nostro linguaggio quotidiano e, sottolineando quanto questo sia un fenomento unicamente italiano, è intraducibile in altre lingue così come abusivismo.

10 - Città dei Balocchi di Consonno, Lecco

Città dei Balocchi di Consonno Foto di Marco Sbroggiò. Da un'idea di un ricco imprenditore che letteralmente acquistò l'intero borgo nel 1962, nacque a Consonno, in provincia di Lecco, il progetto di una vera e propria città dei balocchi. La località comprendeva un parco commerciale, spazi per il gioco e per il ballo, tanti ristoranti e vari negozi, Purtroppo la Las Vegas brianzola ha avuto vita breve: a causa di una frana, l'unica strada di collegamento è stata interrotta ed il paese isolato. Ad oggi quel che resta è una città fantasma, meta di fotografi e spesso sede di rave-party non autorizzati.

9 - Albergo di Alimuri, tra Vico Equense e Meta di Sorrento (SA)

Albergo di Alimuri Abbattuto nel 2014 dopo 50 anni dalla sua costruzione, l'ecomostro di Alimuri era lo scheletro di quello che doveva essere un albergo esclusivo. Considerato l'abuso edilizio più longevo d'Italia, era stato progettato per diventare un hotel da cento stanze, con la superficie di circa 2 mila metri quadrati e 18 mila metri cubi. La licenza edilizia, concessa nel 1962, era stata poi annullata a costruzione avviata. Questo edificio è stato sottoposto a ben tre inchieste giudiziarie, a diversi raid compiuti dalla Goletta Verde di Legambiente (che ne chiedeva a gran voce l'abbattimento) e a innumerevoli cambi di proprietà. Nel 2007, finalmente, l'allora ministro dei Beni Culturali Rutelli ha accordato la demolizione con la Regione Campania, la Provincia di Napoli e con i titolari dell'immobile.

8 - La "collina del disonore" Pizzo Sella, Palermo

La Su questa collina, che si affaccia sullo splendido Golfo di Mondello, si trovano i ruderi di 170 villette costruite da una associazione mafiosa locale, per un totale di un milione di metri quadrati di cemento. La costruzione di questi ecomostri è iniziata negli anni Settanta e, purtroppo, le pratiche per la demolizione non sono mai state portate a termine.

7 - Villaggio abusivo di Torre Mileto, Lesina (FG)

Villaggio abusivo di Torre Mileto Sono addirittura 2800 le case abusive che costituiscono questo villaggio abbandonato, considerato il più grande esempio di abusivismo costiero d'Italia. In quanto meta migratoria di tante specie di uccelli, nel cuore del Parco Nazionale del Gargano, la zona è stata dichiarata Sito d'Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale dall'Unione Europea. È quindi ovvio il divieto assoluto di ogni tipo di attività di edificazione, purtroppo mai rispettato. Il villaggio è stato costruito ugualmente, a pochi passi dal mare, le case sono prive di fondamenta, allacci a luce e gas nonché di fognature, tanto che lo smaltimento dei liquami avviene solo attraverso pozzi disperdenti. Ancora nessuna notizia sul più che necessario abbattimento, i proprietari cercano addirittura di far valere i propri diritti in quanto, nel corso degli anni, hanno pagato tasse e balzelli emessi dallo Stato.

6 - Ecomostro di Sammezzano, Reggello (FI)

Ecomostro di Sammezzano Anche in questo caso l'edificio ormai abbandonato avrebbe dovuto diventare un albergo e la sua costruzione risale agli anni Settanta. Si trova proprio nei pressi del bellissimo Castello di Sammezzano e giace abbandonato ormai da anni.

5 - Ecomostro di Baia Campi, Vieste (FG)

Ecomostro di Baia Campi Questa gigantesca struttura è composta da oltre 60 mila metri cubi di cemento. Situata nel pieno del Parco Nazionale del Gargano è l'ennesimo esempio di abusivismo edilizio che non è mai stato utilizzato e giace abbandonato a deturpare le coste dell'Adriatico. La particolarità di quest'opera è che è stata realizzata dalla Regione Puglia, e quindi dallo stato, a partire dagli anni Ottanta, dopo una lunga trafila per i permessi che successivamente sono stati ritirati. Il costo dell'ecomostro, che ammonta a diverse decine di miliardi di lire, è stato coperto da fondi statali e finanziamenti europei. Il risultato di questo spreco? L'ambiente naturale rovinato per sempre, nonostante i vincoli ambientali e idrologici ideati proprio per proteggere la zona.

4 - Ex colonia Fara, Chiavari (GE)

Ex colonia Fara Foto di Davide Papalini. È un edificio nel classico stile Littorio, costruito nel 1935 ed inaugurato tre anni dopo da Benito Mussolini in persona. Inizialmente concepita ed utilizzata come colonia estiva che accoglieva ragazzi in vacanza, è stata utilizzata poi come ospedale militare durante la guerra, centro di raccolta per profughi, albergo giovanile e anche come scuola elementare. Dagli anni Ottanta è invece un rifugio per i senzatetto ed extracomunitari e, di conseguenza, rappresenta il degrado urbano. Ma ecco la buona notizia: dopo oltre 34 anni di diatribe e tira e molla, l'area è stata acquistata da una società che promette di realizzare, con consegna dei lavori nel 2017, diciotto appartamenti di lusso, una struttura ricettiva con ristorante e SPA, garage e parcheggi interrati.

3 - Torre-silos Idit, Monteroni d'Arbia (SI)

Torre-silos Idit Conosciuta dalla popolazione locale come la torre dell'Isola, questa costruzione rappresenta un vero scempio del caratteristico panorama della campagna senese. Realizzata ed inaugurata con tanto di benedizione da parte delle autorità della Curia, doveva essere una fabbrica all'avanguardia per la produzione di pomodoro in polvere. Dopo solo un mese di attività cessò di funzionare e da allora è rimasta abbandonata. Siccome è molto alta, la torre può essere notata quasi da ogni punto della provincia di Siena, così come dalla Torre del Mangia.

2 - Pontile ex SIR, Lamezia Terme (CZ)

Pontile ex SIR Foto di Curinghese. Non solo scheletri di alberghi o villette, tra gli ecomostri d'Italia c'è anche questo pontile che figura nella lista nera di Legambiente. Costruito dalla Società Italiana Resine, doveva aiutare l'attracco delle navi e facilitare il carico e lo scarico delle merci, favorendo l'economia locale soprattutto nel settore industriale. Dopo circa quarant'anni dalla sua realizzazione è avvenuto un crollo di una parte del pontile, rendendo il mostro edilizio ancora più deturpante ed inquinante.

1 - Liquichimica, Saline Joniche (RC)

Liquichimica Foto di Jacopo Werther. Una storia breve e triste quella di questa fabbrica, la Liquichimica appunto, costruita, inaugurata e chiusa dopo appena 48 ore di vita. Solo dopo la sua realizzazione le autorità si accorsero che l'attività industriale qui svolta era altamente inquinante, il tutto al modico costo di 1.300 miliardi delle vecchie lire. Il tutto si ripercosse sugli operai, costretti ad un calvario di cassa integrazione durato ben 18 anni, e ovviamente sull'ambiente. A guadagnarci furono invece solo gli appartenenti a qualche organizzazione mafiosa.